La peste suina africana (PSA)

La peste suina africana (PSA) è una malattia virale dei suini e dei cinghiali per la quale, per loro, non esistono né vaccini né cure.

Data:

20 maggio 2024

Descrizione

La presenza della malattia in un territorio, sia nel cinghiale sia nel suino, ha conseguenze economiche devastanti a causa delle restrizioni commerciali imposte dalla Comunità Europea.

La trasmissione può avvenire per contatto diretto tra animali (suini o cinghiali) infetti (morti o malati) e animali sani oppure per via indiretta attraverso:

  • l’uomo se venuto a contatto con animali o carcasse infette;
  • indumenti, veicoli, attrezzature venute a contatto con il virus o qualsiasi materiale contaminato dal virus;
  • carne (suina o di cinghiale) e prodotti derivati infetti, qualora siano dati come alimento, anche in modo occasionale e/o involontario, ai cinghiali o maiali.

Risultano particolarmente a rischio le carni o prodotti a base di carne di origine sconosciuta e i rifiuti di cucina o le frattaglie di animali cacciati non correttamente smaltite.

Il cacciatore deve segnalare tutti i rinvenimenti di cinghiali morti alle autorità competenti (Polizia Provinciale e ATS). Tale segnalazione permette il successivo immediato conferimento delle carcasse ad una delle Sedi territoriali dell’Istituto Zooprofilattico delle Lombardia e dell’Emilia-Romagna (IZSLER) per le analisi del caso. Deve altresì segnalare la presenza di cinghiali con comportamenti anomali.

Tutti i cinghiali abbattuti per motivi di caccia e/o contenimento della popolazione devono essere sottoposti ai seguenti campionamenti: 

  • 60 grammi di muscolo (pilastri del diaframma o massetere); 
  • provetta contenente 10 ml di sangue; 
  • testa. 
Se possibile, inoltre, la corata completa (cuore, polmoni, fegato, milza, pacchetto intestinale e testicoli) ed ectoparassiti. 

Per maggiori informazioni consulta i documenti in allegato.

Ulteriori informazioni

Ultimo aggiornamento
29 ottobre 2024