Descrizione
La presenza della malattia in un territorio, sia nel cinghiale sia nel suino, ha conseguenze economiche devastanti a causa delle restrizioni commerciali imposte dalla Comunità Europea.
La trasmissione può avvenire per contatto diretto tra animali (suini o cinghiali) infetti (morti o malati) e animali sani oppure per via indiretta attraverso:
- l’uomo se venuto a contatto con animali o carcasse infette;
- indumenti, veicoli, attrezzature venute a contatto con il virus o qualsiasi materiale contaminato dal virus;
- carne (suina o di cinghiale) e prodotti derivati infetti, qualora siano dati come alimento, anche in modo occasionale e/o involontario, ai cinghiali o maiali.
Risultano particolarmente a rischio le carni o prodotti a base di carne di origine sconosciuta e i rifiuti di cucina o le frattaglie di animali cacciati non correttamente smaltite.
Il cacciatore deve segnalare tutti i rinvenimenti di cinghiali morti alle autorità competenti (Polizia Provinciale e ATS). Tale segnalazione permette il successivo immediato conferimento delle carcasse ad una delle Sedi territoriali dell’Istituto Zooprofilattico delle Lombardia e dell’Emilia-Romagna (IZSLER) per le analisi del caso. Deve altresì segnalare la presenza di cinghiali con comportamenti anomali.
Tutti i cinghiali abbattuti per motivi di caccia e/o contenimento della popolazione devono essere sottoposti ai seguenti campionamenti:
- 60 grammi di muscolo (pilastri del diaframma o massetere);
- provetta contenente 10 ml di sangue;
- testa.
Per maggiori informazioni consulta i documenti in allegato.